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Minacce di VitaBuonasera, caro lettore o lettrice che perdi tempo su questo blog. Sarò sincero, devo ammettere che qui c'è veramente di tutto, da riflessioni esistenziali a invettive contro il sistema, dai cuori spezzati ai racconti più fantasiosi che io abbia mai scritto. In ogni caso, tutto questo sono io. Sotto tante facce. Potrei persino risultarti simpatico o tenero, ma la realtà è che, purtroppo, non me ne frega niente. Sono cinico, un pò stronzo, fedele solo alla mia morale, e non bado alla tua analisi psicologica. Non confondere la mia spiritualità e curiosità. Leggi e basta, sennò che diavolo di lettore saresti. Buona perdita di tempo.

lunedì 27 aprile 2009

Grazie futuro.

Vorrei iniziare quest'articolo con una citazione che mi è entrata in testa e che mi viene in mente nei momenti più disparati, ma che apprezzo notevolmente: "No, la vita non mi ha disilluso", di Nietzsche.
Effettivamente non c'è nulla nella vita, tanto meno la vita stessa, che abbia ancora avuto l'onore di disilludermi, e lo reputo un fatto positivo, diciamo, almeno non del tutto negativo, soddisfacente: vuol dire che per ora mi rendo ancora conto di non sapere assolutamente nulla di questo diavolo di mondo, insomma siamo tutti degli ignoranti, nel senso che ignoriamo (cit.), perciò le scoperte per quanto tristi, smielate, crudeli, atroci o terrificanti che siano fanno parte del normale bagaglio culturale di esperienza che ci tocca un po' a tutti, nulla di speciale. E' divertente pensare che anche la cosa più spiacevole è qualcosa di comune in fondo, un evento che sarà toccato a tanti e che tranne eccezioni degni di nota, non ha mai ucciso. Insomma siamo dei dannati esploratori di questa terra e di questa vita che aspettiamo il domani con gaudio misto a ribrezzo, eccitati e devastati dal futuro che arriverà. Semplice fatalità che alla lunga è capace anche che annoi qualcuno fra gli individui più gagliardi del nostro tempo, come Sylvester Stallone o George Bush che hanno avuto il piacere di provare le più varie sfaccettature della nostra epoca e in fondo a novant'anni si ritroveranno chiusi in casa a rivedere film di decenni prima o a giocare a Risiko con Bin Laden, tuttavia non rientro fra questi pochi eletti e credo che il domani mi riservi ancora qualche sorpresina a cui difficilmente potrei essere preparato, diciamo numerose sorpresine, come quella dannata volta che ho scoperto che Babbo Natale non esisteva, capitemi, non è cosa da tutti i giorni, si può entrare in coma per shock del genere, non bisogna prenderle alla leggera queste rivelazioni; e vogliamo parlare di Berlusconi? Per anni cresci pensando che sia un politico sbeffeggiato di serie B e poi un bel giorno ti informano che ha il 90% delle televisioni ed è presidente del consiglio, ti domandi come è possibile che ancora ci sia satira nei suoi confronti e ti porti avanti il dubbio fino alla pensione, fino a quando scopri che non c'è più la pensione e in quel momento capisci che ti ha fregato anche con la satira e scopri un bel pò di cose, anche se è troppo tardi, ma rimane comunque uno shock, mi capirete spero.
Insomma non so cosa aspettarmi dai rimanenti anni di vita, che non specifico per la legge sulla privacy, non posso mica venirvi a dire che ho 17 anni dai, non mi prendereste sul serio.
Però una cosa la so, la vita non mi ha disilluso e in fin dei conti sono abbastanza fiducioso nel domani, tanto sei sempre sicuro di certe cose e sono quelle che ti danno forza, ad esempio il fatto che sicuramente se Andreotti ha passato i 90, Berlusconi passerà i 180 con qualche capello in più (miracoli della tecnologia o della fede?) e tanti soldi, e su queste cose orbitano le proprie speranze.
Grazie futuro.

martedì 14 aprile 2009

Il teatro

In una vita ci si può comportare in tanti modi diversi, un giorno sei una persona e il giorno dopo chissà. Siamo abituati a essere frivoli e incoerenti. Eppure noi siamo sempre noi, non cambiamo, rimaniamo quelli di sempre: ma è difficile scoprirci, rivelarci a noi stessi: c'è chi incontra l'anima gemella e capisce finalmente la sua vera natura, c'è chi vive per i soldi, chi per la gloria, chi ha fondato tutto sul successo, chi sulla gioia e sulla felicità, chi crede in Dio, chi nella guerra e uccide 12 persone in una scuola per evocare il suo idolo, chi vede in un figlio il bene più grande, chi tradisce, chi ama, chi sogna. E poi nella vita di tutti i giorni sono persone apatiche, avare, oppresse, dolci, assillanti, smielate e frivole, incoerenti e bugiarde, pazze e senza speranza, sincere, crudeli, povere, incantevoli: non sempre si è realisti con se stessi, ma non è una colpa. E' veramente difficile capire chi si è, e lo è ancora di più accettarsi senza compromessi.
Io non so come sono e cosa sono, cosa credo di essere, cosa faccio credere di essere. Però quando, sorvolate tante persone, scartati tanti amici, si giunge a una conclusione, scopri anche qualcuno speciale. Una donna, un'amica. Non so per quale motivo, però le mie certezze sono arrivate così. Sono stato crudele, disperato, ironico, folle, adirato, confuso, ma è bastato un gesto, piccolo, insignificante, un misero abbraccio, per rendermi conto di quello che sono; per capire che a differenza di come mi ero comportato, lei sarebbe sempre stata importante. Non so cosa può valere per lei, però in me è qualcosa che vale. E' una chiave di lettura per un romanzo cifrato, un'anima che credevo di aver dimenticato ma che non puoi mai abbandonare sul serio. E quando la ricordi, ritrovi tanto. Ritrovi tutto. E scopri anche.
Non significa nulla quel gesto ma penso, credo, spero. Perché un ti voglio bene è ormai un tabù, un ostacolo da combattere a cui non posso nemmeno aspirare.
Tutto è finzione, siamo solo maschere in un teatrino in cui recitiamo per compiacere più che noi stessi, gli altri. Non siamo nessuno ma è bello far credere a tutti di essere i primi della classe, sbaglio forse? No, non sbaglio. Lo so per certo perché nessuno e dico nessuno può uscire di scena.
Non mi piacciono tanti atti di questo spettacolo, a tratti morboso a tratti crudele. Odio tante persone di questo pessimo palco, odio i loro comportamenti, odio le falsità e le mere viltà mascherate da virtù, cani rabbiosi e ipocriti, nient'altro.
Tuttavia nemmeno io posso. Nemmeno io sono mai uscito di scena.
Ed è normale quindi che tutto ciò a cui ambisco è troppo reale, sincero, troppo lontano dallo spettacolo. Ti rendi conto di quanto sei incapace di fare ciò che ti prefissi, e magari più che dare la colpa agli altri, guardi un po' le tue, di spalle.
Il problema è che non è mai bastato quello che ho fatto. Ci sono sempre incomprensioni, errori, commenti di sfuggita e piccoli dettagli che alla fine, pesano. Come adesso, sarebbe facile pensare che sto criticando qualcuno: e invece no. Il problema qui sono io, ed è per questo che non ti ho mai fatto capire nulla, tanto meno chi fossi io e quanto tu sia importante per questo semplice Io. Per una volta sarò sincero, con me stesso, con tutti, più per la voglia di urlarlo che per il desiderio di dire le cose come stanno, lo dirò: "Ti voglio bene". E sparirà, in un commento, in una smorfia, un post come tanti fra troppi; ma per una volta confido di aver fatto lo mossa giusta.
E poi mi siedo, mi rilasso. E mi rassegno.