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Minacce di VitaBuonasera, caro lettore o lettrice che perdi tempo su questo blog. Sarò sincero, devo ammettere che qui c'è veramente di tutto, da riflessioni esistenziali a invettive contro il sistema, dai cuori spezzati ai racconti più fantasiosi che io abbia mai scritto. In ogni caso, tutto questo sono io. Sotto tante facce. Potrei persino risultarti simpatico o tenero, ma la realtà è che, purtroppo, non me ne frega niente. Sono cinico, un pò stronzo, fedele solo alla mia morale, e non bado alla tua analisi psicologica. Non confondere la mia spiritualità e curiosità. Leggi e basta, sennò che diavolo di lettore saresti. Buona perdita di tempo.

domenica 31 maggio 2009

La matematica è un'opinione

Lo dimostrano i numerosi concorrenti di Chi vuol essere milionario, ricordiamo le frasi salienti della concorrente del 30 Maggio 2009, che è entrata in panico al momento della domanda che le chiedeva quale fosse il risultato della moltiplicazione di tutti i numeri della tastiera del cellulare (che ricordiamo per i più smemorati: 1,2,3,4,5,6,7,8,9 e, badate bene, 0).

  • "Dunque sessantamila per zero ... sessantamila"
  • "Zero non può essere, perché già se faccio uno per due non è più zero"
  • "Ah ma posso invertire le cifre della moltiplicazione!?... zero per uno fa zero!"
Detto ciò, è chiaro che in Italia la matematica è sicuramente un'opinione.

sabato 30 maggio 2009

Oroscopi per Pesci, d'aprile

Il bello di ogni oroscopo è che ognuno ci vede qualcosa di diverso a seconda dei suoi desideri, e ogni volta gli sembra che dica proprio quello che voleva sentirsi.
Poi c'è da dire che chi li scrive magari ha appena preso spunto da una puntata di Beatiful o dalle previsioni del tempo.
E dire che c'è ancora gente che crede a quello che gli suggerisce il mago del giorno.

Però sono belli da leggere, dai.
No, non è vero, non ne leggo mai.

Gli scrittori

Credo che ci siano sulla terra tre tipi, di base, che scrivono, ognuno di loro per un motivo diverso, spesso diametralmente opposto.

Il primo è lo scrittore depresso, il più noto soprattutto agli occhi dello studente medio, in quanto una buona percentuale (circa il 90%) degli autori studiati durante il liceo e/o le medie (ops, volevo dire secondarie inferiori) è di questo tipo, il poeta malinconico e assillante che tormenta i ragazzi con le sue turbe psichiche incomprese.
Ma questo scrittore non è confinato nei libri di scuola, è una tipologia che si ritrova spesso anche nei blog, nei libri più disparati, nelle librerie degli psicologi o nei cassetti dei teenager, a seconda della sua capacità di scrivere e dei temi trattati.
Questi temi tuttavia esteriormente sono vari, dall'amore alla morte, ma nel nocciolo si possono ricondurre sempre alla tristezza e al disprezzo di una situazione o della vita in generale (sempre a seconda della gravità dell'autore).
E' una fase che può essere temporanea o durare eternamente (vedi Leopardi), ma a volte conduce a risultati apprezzabili, soprattutto se il lettore cerca di eludere il contenuto Emo del testo.

Il secondo è lo scrittore nonsense, etichettato anche dagli intellettuali più snob come "scrittore futile e incapace di produrre qualcosa di apprezzabile".
E' caratterizzato dalla produzione di testi apparentemente pieni di contenuti artistici e metaforici anche di alto livello, ma qualora ne riusciste a individuare uno, sappiate che avete commesso un errore: uno scrittore nonsense non produce mai qualcosa di sensato, figurarsi con un doppio senso.
Le sue opere sono spesso ottime dal punto di vista stilistico, in quanto non subordinate ad un pensiero secondario di livello contenutistico, e anche perché è proprio nella forma che si esprime l'idea dell'autore: qualsiasi idea infatti risiede completamente nella struttura, nelle parole, negli accostamenti di parole (e non nelle metafore).
Il contenuto è vuoto, ma è sempre presente un tema dominante, spesso ben delineato e riconducibile a qualche tematica dei Depressi o degli Allegri, ma ha il solo compito di offrire un pretesto per scrivere.
Spesso i testi lasciano senza parole il lettore, che si trova solitamente confuso e spaesato, ma, attenzione, mai allibito: sono testi che suscitano più il sorriso (melanconico o allegro non ha importanza) che il pianto.

Infine vi è lo scrittore allegro, che non corrisponde necessariamente con l'autore comico: mentre quest'ultimo è capace anche di velare dietro alle sue battute una visione profondamente pessimistica della vita, il primo può anche celare dietro un'ironia arguta e sottile un sorriso divertito.
Solitamente è uno scrittore felice, che si propone di comunicare con i suoi brani concetti di tutti i tipi in chiave ironica, sarcastica, ma non obbligatoriamente: la caratteristica è che trasmette sentimenti positivi sia utilizzando uno stile adeguato (come nel caso dell'autore comico, vedi Benni), sia criticando una determinata realtà (vedi Ariosto): per cui, per quanto possa essere analizzato, l'unica vera conclusione è che il suo lavoro è un lavoro allegro.
Per quanto riguarda i temi, cerca di non soffermarsi su nessuno di essi, e ne racchiude molteplici nei suoi brani, ognuno commentato con un velo di ironia.

In conclusione, vi sono molti più tipi di scrittori, ed è chiaramente impossibile descriverli tutti, ma questi tre macro gruppi sono una buona approssimazione e permettono di inquadrare nei loro sottoinsiemi (ma anche unioni, perché molti di loro hanno caratteristiche ben più sfumate) gli autori di cui state per leggere qualcosa.

P.S.: Io vorrei rientrare negli ultimi, tentando di scrivere come i secondi ma producendo più spesso contenuti tipici dei primi.

mercoledì 27 maggio 2009

Il solito tramonto

Sugli scogli della Cornovaglia il sole batteva forte e riscaldava le pallide pietre, il limpido mare e i prati verdi. Lì seduto c'era Edward, con le gambe piegate e le braccia incrociate, come chi aspetta il momento giusto per alzarsi; i suoi occhi ammiravano l'enorme distesa azzurra e i suoi vivaci riflessi, mentre la brezza scuoteva gli steli dei fiori e accarezzava i sassi marmorei.
Grazie a quel fruscio Edward ricordava i pomeriggi passati assieme alla sua famiglia, o le meravigliose serate con i suoi amici; ma erano tutti vecchi ricordi, troppo vecchi per essere ancora vividi nella sua mente: e ora aveva solo delle brevi visioni, immagini sfocate che non gli trasmettevano più nulla.
Il sole cominciava a calare sull'orizzonte, ed Edward non si era mosso di un millimetro; solo i suoi lunghi capelli venivano mescolati dal vento e i suoi vestiti ormai a brandelli ondeggiavano inquieti.
Nella sua testa apparivano volti confusi, come sculture erose dalle intemperie, levigate dal fiume del tempo; e così le loro azioni, i loro gesti perdevano di significato, così i loro nomi sembravano svanire, così le loro parole divenivano sconnesse e scollegate, come l'audio di un vecchio film su pellicola.
Ora era solo, solo su quegli scogli, solo senza nessuno. Non c'era più nessuno, e lui non sapeva perché: era tornato a casa, un giorno, e si era incuriosito nel vedere la strada sgombra dove solitamente regnava il traffico; ma non c'era anima viva nemmeno nelle vie, nei negozi, nelle abitazioni, per strada o nei boschi, in mare o sulla terra.
Erano passati tanti anni da quel giorno terribile, e più i giorni passavano più nel suo cuore la vita diventava futile, dolorosa e straziante.
Adesso il sole stava scendendo, oltre l'orizzonte, mentre Edward ammirava il tramonto in tutto il suo splendore, la sua armonia di colori, armonia che ormai il mondo aveva perso; e quando il sole era quasi scomparso del tutto, Edward sentì che il momento era arrivato, inspiegabilmente. Si alzò, senza fretta, mentre il tremolio delle onde in lontananza smussava il netto profilo del sole, continuando a fissare il mare, e scomparve. Anche lui. Per sempre.

giovedì 21 maggio 2009

Il fumo

E' fantastico incontrare di nuovo la stessa persona che cinque anni fa ti diceva "dai fuma, tanto lo fanno tutti, è troppo figo", il compagno delle medie che se la tirava con la sigaretta, mentre tu magari non entravi nel club del tabacco e non fumavi perché non ti andava di rinunciare a salute e soldi in un colpo solo; e ora lo rivedi, ci parli anche, senti qualche colpo di tosse se è stato sfigato; e poi ti dice la frase che è la tua gloriosa vendetta, e in quel momento apprezzi la sfiga che fu, mentre per lui è un colpo allo stomaco: così ora lo vedi tormentato dalla nicotina e destinato a essere marchiato a vita dalla sigaretta.
E proprio per non essere come lui che in questi casi ci mostriamo anche umani, buoni, pieni di misericordia, e lo consoliamo, incuranti del male che ci può aver provocato anni fa.

Fumatore: Ahhh, beato te che non fumi, come vorrei non aver mai iniziato anch'io.
Io (godendo): Hai un cancro ai polmoni tanto, è incurabile. (sorriso bonario, mentre mastichi una gomma)

giovedì 14 maggio 2009

Titolo

Titolo, ovvero: Perché hai scelto Minacce di Vita.

Come tutti i libri, i film, le poesie (un po' meno queste magari), io credo che anche i blog debbano spiegare, prima o poi in un loro post, il significato del proprio nome: potrei citare innumerevoli esempi contrari, vedi ad esempio "Il nome della Rosa", che si potrebbe supporre un trattato sulla botanica, ecco che si mostra essere un thriller pseudo-religioso, vie di mezzo, come "Independence Day", in cui risulta difficile collegare il giorno dell'indipendenza con un attacco alieno, ma è innegabile l'importanza di questo elemento, Il Nome, che invoglia il lettore, lo attira, gli suggerisce qualcosa.
E' indubbio fra l'altro che il titolo sia oggetto di un prezioso lavoro di ricerca dell'autore. Ok, di rado, ma ogni tanto lo è, e mi sembrerebbe ingiusto lasciarlo in ombra, proprio ora che non ho niente da scrivere.

Innanzitutto il titolo mostra un corretto uso dell'italiano, in quanto il plurale di "Minaccia" è uno dei tranelli più diffusi della lingua italiana; percio e' inevitabbile ke ciò suppongha una conoscienza perfeta dell italiano.
Su Vita non mi soffermo in quanto è un termine abbastanza diffuso e più o meno tutti conoscono il suo plurale, "Viti".
Ma ora dopo questa spolverata di grammatica, possiamo passare al pan di Spagna che è il nostro contenuto.
Chiaramente mi è piaciuto molto il gioco di parole fra "Minacce di Morte" e "Minacce di Vita", quasi un ossimoro, ma anche una semplice antitesi fra i due aspetti contrapposti della nostra esistenza: ma non mi sono fermato a questo. Queste sono solo parole che tuttavia celano un significato lievemente più profondo; la vita, la vita. E' inevitabile e la apprezziamo tutti, ma è innegabile che sia una dannata rottura di palle. Ma in fondo, chi ce lo fa fare, cosa diavolo ci spinge ad andare avanti ai disastri di ogni giorno? No, non voglio in questo misero blog fornire una spiegazione a un dilemma così vasto e complicato, magari nel mio piccolo suscitare un minimo di coinvolgimento, una piccola riflessione sulla nostra vita.

Perché? Perché anche se è piena di ostacoli è sempre ciò che si contrappone alla Morte, e non credo che in tanti qui rinuncerebbero alla vita pur di non dover risolvere problemi. Non sia mai una mia opinione soggettiva, è confermato in modo cristallino dal fatto che il tasso di suicidi è ancora minore del 5% e che non siamo a rischio di estinzione.

Insomma mi pare che abbiate capito che questo non è un titolo a caso e quindi non mi pare il caso di insultarlo gratuitamente solo perché non è famoso.
Una cosa è certa: in un insieme infinito di Blog, con titoli scelti taluni a caso e altri con un ragionamento, il nome del tuo blog sarà peggiore di quello successivo, che avrà impiegato esattamente la metà del cervello e del tempo che hai sprecato tu.