C'è da dire che dio è un infimo pezzente di basso livello. Stronzo.
Ah, un'altra cosa. Auguri Injo. Auguri Mattia.
Welcome!
mercoledì 3 dicembre 2008
martedì 2 dicembre 2008
Felicità
Ne parlava Cicerone e ne hanno parlato tutti, i potenti e i poveri di ogni popolo si sono sempre arrovellati intorno al problema della Felicità; in cosa può consistere? Dove si trova, come si ottiene? E' soggettiva o universale? La domanda suscita infinite contrapposizioni, dilemmi continui a cui nessuno riesce mai a dare risposta.
No, probabilmente non ci riuscirò nemmeno io; magari fosse possibile. La felicità d'altronde è un campo così vasto che nessuno di noi esplorerà mai a fondo, svelandone tutti i segreti e le vie; una vita di certo non basterà mai per un'impresa così imponente e ardua.
Al momento è più facile analizzare il comportamento, o come farebbe Machiavelli, il mio comportamento; direi di riscontrarmi molto più nella teoria Epicurea, il materialismo per antonomasia, il più rinomato fra gli antichi e diffuso anche frai moderni.
Probabilmente perché è più facile desiderare il semplice piacere che impegnarsi in un qualche scopo, più o meno utile al prossimo, ma sicuramente più gratificante per il proprio animo.
D'altronde, in quello specchio dei pensieri che è la nostra coscienza, si fa sempre più fatica a vedere una nitida immagine della ragione; forse è l'egoismo che cautamente si insinua e ci consuma dall'interno, camuffandosi da mistica realtà? Non saprei, ma credo che sia meglio stare attenti, perchè l'unico modo che abbiamo per rimanere noi stessi è essere ragionevoli in quanto tali e non semplici soggetti della triste verità che ci comunicano ogni giorno.
Potrebbe essere come diceva Lucrezio, la felicità risiede nella filosofia, nello studio, nell'apprendimento, nell'eterna glorificazione della mente. Ma anche qui mi perdo, non saprei dove annodare il filo del mio pensiero con quello di questa teoria.
Sono infinite opzioni, e non ho ne voglia ne tempo di discuterle tutte. Forse col tempo mi saranno più chiare; di una cosa sola sono certo: Qualunque essa sia, desidero la felicità, perché non ne posso più.
No, probabilmente non ci riuscirò nemmeno io; magari fosse possibile. La felicità d'altronde è un campo così vasto che nessuno di noi esplorerà mai a fondo, svelandone tutti i segreti e le vie; una vita di certo non basterà mai per un'impresa così imponente e ardua.
Al momento è più facile analizzare il comportamento, o come farebbe Machiavelli, il mio comportamento; direi di riscontrarmi molto più nella teoria Epicurea, il materialismo per antonomasia, il più rinomato fra gli antichi e diffuso anche frai moderni.
Probabilmente perché è più facile desiderare il semplice piacere che impegnarsi in un qualche scopo, più o meno utile al prossimo, ma sicuramente più gratificante per il proprio animo.
D'altronde, in quello specchio dei pensieri che è la nostra coscienza, si fa sempre più fatica a vedere una nitida immagine della ragione; forse è l'egoismo che cautamente si insinua e ci consuma dall'interno, camuffandosi da mistica realtà? Non saprei, ma credo che sia meglio stare attenti, perchè l'unico modo che abbiamo per rimanere noi stessi è essere ragionevoli in quanto tali e non semplici soggetti della triste verità che ci comunicano ogni giorno.
Potrebbe essere come diceva Lucrezio, la felicità risiede nella filosofia, nello studio, nell'apprendimento, nell'eterna glorificazione della mente. Ma anche qui mi perdo, non saprei dove annodare il filo del mio pensiero con quello di questa teoria.
Sono infinite opzioni, e non ho ne voglia ne tempo di discuterle tutte. Forse col tempo mi saranno più chiare; di una cosa sola sono certo: Qualunque essa sia, desidero la felicità, perché non ne posso più.
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