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venerdì 1 luglio 2011
Saranno le bombe.
Rivoluzione, ribellioni, ovunque sempre e comunque. Bombe, bombardamenti, spari, mitraglie, fucili e cannoni. Bossoli che rimbalzano per terra, sangue. Cuori infranti, cuori spezzati, cuori bucati trapassati dalla rabbia e dai proiettili. Mancano tante cose. Cornici distrutte, foto accartocciate sotto le macerie e nei portafogli, eco in lontananza di libertà e amori perduti. Credi ancora nella passione, nella lotta, nella salvezza? Io no. Perché la speranza è l'ultima a morire, ma prima di lei quanti cadaveri ancora bisognerà contare? Quanti dovranno soffrire? Sempre uguale, trucida, brucia nello stomaco la rabbia, l'ulcera, il dolore, lo sconforto. Non ci sono più, forse non ci sono mai state, le cose che mancano, che servono. Addio è una parola facile, arrivederci è molto più complicata ma è dire ciao che con la sua leggerezza è forse la cosa più difficile. Non credere mai al soffio del vento, alla brezza del mattino, perché non è vera. Non lo sarà mai. Più.
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