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Minacce di VitaBuonasera, caro lettore o lettrice che perdi tempo su questo blog. Sarò sincero, devo ammettere che qui c'è veramente di tutto, da riflessioni esistenziali a invettive contro il sistema, dai cuori spezzati ai racconti più fantasiosi che io abbia mai scritto. In ogni caso, tutto questo sono io. Sotto tante facce. Potrei persino risultarti simpatico o tenero, ma la realtà è che, purtroppo, non me ne frega niente. Sono cinico, un pò stronzo, fedele solo alla mia morale, e non bado alla tua analisi psicologica. Non confondere la mia spiritualità e curiosità. Leggi e basta, sennò che diavolo di lettore saresti. Buona perdita di tempo.

lunedì 17 marzo 2014

Col senno di pois


Col senno di poi, ti accorgi che non rimangono l'odio e la rabbia che avevi messo da parte con tanta cura e per lungo tempo, ma si rintanano, sbiadiscono per fare spazio a un rammarico laconico, semplice, che cambia la prospettiva.
Ad esempio, pensi che hai sbagliato. Nella tua mente, un'ipotesi del genere non ha mai avuto neanche un briciolo di considerazione, eppure è lì che con noncuranza bussa alla porta, così palese da non darti neanche la forza di controbattere.
Hai sbagliato, pensi. Rifletti, sempre ad esempio, sulla tua passione per la discussione, per quel ruvido gusto per il litigio che hai innato; come un macigno sullo stomaco, sai che è lì, e non si leverà da solo. Ma non hai la forza per muoverlo, è così semplice e complicato allo stesso tempo. Ma in fin dei conti, te lo ricordi? Stai pensando col senno di poi. E' sempre semplice.
Pensi che ti sarebbe bastato il dolore che hai provato per dimenticare. Invece, hai sbagliato anche qui. Rimane solo quel cuscino vuoto, la sera, che guardi con indifferenza. Un cuscino che non significa più nulla, eppure nel profondo ti suscita ancora qualcosa. Dov'è il dolore che avrebbe dovuto darti una mano? Anche lui è scappato, alla faccia.
Sei finalmente tranquillo, e pensi. Pensi ai problemi che non c'erano, ma di cui discutevi, e a quelli che c'erano, ma di cui non parlavi mai. Cerchi un capro espiatorio, ma nessun Malaussène è disposto a prendersi il peso. Ti domandi cosa sia davvero la felicità, e a cosa si è disposti a rinunciare pur di averla. A volte si rinuncia alla felicità per la felicità stessa, ma non funziona così. Te ne rendi conto, col senno del poi.
Ad esempio, poi, pensi anche al fatto che tu abbia mentito. Mentivi per poter discutere con chi mentiva. Ironico, lapidario. Un circolo vizioso che, senza neanche dirlo, col senno del poi, sai benissimo dove ti ha portato.
Davvero, hai sbagliato e non l'hai ammesso, cosa ti potevi dunque aspettare dall'altra parte? Niente, è la risposta. Ma eri convinto, e il senno come sempre ti ha riportato alla realtà.
Non hai creduto, ma avresti dovuto. Perché non eri tu quello che cantava "lo sanno a memoria il diritto divino, ma scordano sempre il perdono"? Dov'è finita la tua fiducia? Si è rotta, certo, e ti sei accontentato così. Perché era tutto un gioco, un gioco senza vincitori, una gara con due argenti.
Sei dispiaciuto, ma hai pensato abbastanza. Riaccendi lo stereo, e la radio, precisa come un orologio svizzero, rilancia con "Enjoy the Silence". Allora, stiamo zitti, e andiamo avanti, con quel rammarico che rintocca incessante nella tua testa, come un metronomo della ragione. Ma facile a dirsi, tutto questo, col senno di poi.