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Minacce di VitaBuonasera, caro lettore o lettrice che perdi tempo su questo blog. Sarò sincero, devo ammettere che qui c'è veramente di tutto, da riflessioni esistenziali a invettive contro il sistema, dai cuori spezzati ai racconti più fantasiosi che io abbia mai scritto. In ogni caso, tutto questo sono io. Sotto tante facce. Potrei persino risultarti simpatico o tenero, ma la realtà è che, purtroppo, non me ne frega niente. Sono cinico, un pò stronzo, fedele solo alla mia morale, e non bado alla tua analisi psicologica. Non confondere la mia spiritualità e curiosità. Leggi e basta, sennò che diavolo di lettore saresti. Buona perdita di tempo.

mercoledì 9 luglio 2008

L'ultimo tramonto

Quella sera il tramonto era arrivato presto; nuvole rosse popolavano il cielo estivo, mentre l'orizzonte tranciava a metà il sole. Un enorme disco color arancio che imperturbabile si calava oltre le colline, pronto a far spazio alla luna e alla notte. Le venature gialle e porpora presenti sulle nubi poco a poco sfumavano, trasformandosi in pennellate di blu e azzurro.
Il sole, sempre più debole, lanciava i suoi ultimi raggi di luce contro l'incantevole cittadina che sorgeva nella valle. Era accerchiata dai numerosi rilievi che la proteggevano dai venti e dai turisti, ma la rendevano più buia e meno nota.
Su una montagna nei dintorni, steso su un prato sotto un albero da frutto, un uomo ammirava quello splendido tramonto, inebriato dal profumo delle more, delle pesche, delle albicocche e dei lamponi. Accanto a lui una splendida donna lo accarezzava dolcemente, sussurrandogli parole smielate; i due si avvinghiavano, mostrando alla natura il loro amore.
Qualche centinaio di metri più in là era parcheggiata la sua macchina rosso fiammante, nuova di zecca, che li avrebbe riportati, quella notte, nella loro lussuosissima camera d'albergo nel centro del paesino. E cosa poteva mai valere più di questo paradiso, entusiasmante gioia per i sensi? Semplice, la Vita.
Un paesaggio da sogno, agognato da molti. Così si presentava l'ultimo desiderio di un condannato a morte.

Il giorno dopo la ricca moglie aveva perso tutti i propri averi, ma non importava. Non ci pensava nemmeno: nella sua mente c'era solo lui, lì, seduto sulla sedia: "No, non è giusto" urlava la donna con le lacrime agli occhi, mentre veniva portata fuori dalla stanza dagli agenti.
Subito dopo una scossa percorse tutto il corpo dell'uomo, che possedeva un'espressione al limite del surreale, come un canarino in gabbia di fronte a migliaia di gatti.

E immediatamente, folgorato, si spense. Era morto, per un reato che non aveva mai commesso: Così il mondo mostra a se stesso con quanta crudeltà è capace di sbagliare.

1 commento:

Unknown ha detto...

Maledizione, l'ho fatto troppo triste.