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Minacce di VitaBuonasera, caro lettore o lettrice che perdi tempo su questo blog. Sarò sincero, devo ammettere che qui c'è veramente di tutto, da riflessioni esistenziali a invettive contro il sistema, dai cuori spezzati ai racconti più fantasiosi che io abbia mai scritto. In ogni caso, tutto questo sono io. Sotto tante facce. Potrei persino risultarti simpatico o tenero, ma la realtà è che, purtroppo, non me ne frega niente. Sono cinico, un pò stronzo, fedele solo alla mia morale, e non bado alla tua analisi psicologica. Non confondere la mia spiritualità e curiosità. Leggi e basta, sennò che diavolo di lettore saresti. Buona perdita di tempo.

sabato 7 aprile 2012

La filosofia del Poster

Ogni adolescente, post-adolescente o studente universitario che si rispetti ha nel suo bagaglio culturale un elemento imprescindibile dal suo status: una manciata di artisti, ideali, canzoni, insomma tutta quella roba dal forte valore astratto del quale uno rimane inevitabilmente colpito nel corso della propria maturazione.
Normalmente quindi le camere di noi tutti presentano pareti cosparse di poster atti a trasmettere visivamente, rapidamente queste nostre passioni. Sono grossi, colorati, questi poster, e sembrano quasi dire "Ehi, se non ti piace questa roba probabilmente stai offendendo il mio essere", cioè non sono come i quadri degli ultraquarantenni, messi lì perché "fa figo", "è un regalo della nonna", "l'ho portato dalla casa al mare", no, sono proprio dei chiari messaggi che delimitano il confine fra amici, conoscenti e gente che ci sta sul cazzo quasi come gli alieni invasori di Independence Day.

Nel caso degli studenti universitari fuori sede il poster presenta inoltre una funzione nostalgica, quasi sempre accompagnato dall'elemento calendario, magari personalizzato, foto del cane lasciato "a casa, quella vera", o della donna (non come quello della nonna che c'ha tutti i santi dell'anno e nel paginone centrale un omaggio a padre pio).
Ci sono quei poster attaccati alla parete che ricordano quel concerto fantastico a cui lo studente ha partecipato magari a quattordici anni, urlando a squarciagola frasi in inglese maccheronico, ma non c'era problema perché quelli attorno non capivano comunque l'inglese e i testi, insomma, non è che li sai sempre tutti, ogni tanto capita di sbagliare, in pratica quel concerto in cui sei riuscito a cantare in Klingon senza farti sgamare. Parecchio felice come cosa, ripensandoci.

Non mancano inoltre i poster di gruppi musicali in generale, perché ovviamente al concerto dei Pink Floyd non ci puoi essere andato, però ti sei visto il video rimasterizzato in full hd che si vedono pure le gocce di sudore, giuro che quando lo vedi è come stare lì, poi a casa papà c'ha il dolby surround ed è tutta un'altra storia, che figo che è Syd Barrett.
Spesso questo genere di paginoni sono affiancati dalla discografia (su numerosi CD, masterizzati o meno, ma l'importante è che pure se sono pirata sei stato le notti a cercare e stampare la copertina, per poi rifilarla col taglierino e metterla nella custodia, roba che manco la SIAE te lo sgama), e i più puristi hanno pure qualche vinile qua e là. 33 giri corrosi che non si sentono neanche se li mandi all'Accademia delle Belle Arti per restaurarli, però fanno scena e te l'ha regalati tuo zio, quello ribelle.

Dall'altra parte della categoria dei  poster artistici ci sono quelli dedicati ai film, che danno libero sfogo alla passione per i cult che accomuna l'universitario medio (lo so che la volete tutti la locandina di Pulp Fiction o quella di Inception). E' prassi consolidata infatti vantarsi con gli amici, magari quelli meno cinefili, di aver visto quel film e di averlo reputato un capolavoro, cioè dai Di Caprio in Titanic era solo un belloccio però vuoi mettere in Shutter Island, è diventato un mostro di bravura, è pure primo nella classifica del videonoleggio su iTunes e su IMDB manca poco che entra nella top 100.

Una piccola postilla: è raro trovare poster di attori maschili in camere di studenti maschili, per ovvi motivi di eterosessualità: in caso lo studente non sia eterosessuale, non è comune comunque perché i poster degli attori fanno schifo in ogni caso.

Degni di nota sono inoltre gigantografie varie, eroi fumettistici, collezioni di quei cosi per poggiare la birra che ora non mi ricordo come si chiamano, cartoline dal mondo, magari degli zii in Australia, le innumerevoli foto a busto intero dei calciatori, le foto della squadra del cuore, il capitano che, anche se gioca male, è comunque il pupone non è che puoi toglierlo ma dai Enrique c'ha un piano a lunga scadenza che ne sai te.

In fin dei conti, anche questi dettagli dicono qualcosa sulla nostra personalità. E' bello pensare che ovunque vai, in qualsiasi camera entrerai, ci saranno delle pareti a parlare per l'inquilino. A meno che non sia un inquilino molto, molto triste, in quel caso non vedo perché dovresti visitarne la casa. Tutto torna.
Siamo ciò che ci piace? Non lo so. Però a me piace la birra, quindi vedrò di rimediarmi un poster della Guinness, che quello mi manca.


5 commenti:

Injo ha detto...

Le pareti della mia stanza sono pulite.

lùl

Unknown ha detto...

Conosco benissimo quella gigantografia della muffa. E vogliamo parlare del poster delle Luci della centrale elettrica. xd

Injo ha detto...

Tecnicamente non sono miei.

Anche se un bel poster di Evariste Galois...

Unknown ha detto...

[Foto] che bell'uomo :Q

Yourbedtimestory ha detto...

sulle mie pareti ci sono solo quadri. Il mio vero muro è il mio tumblr!