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Minacce di VitaBuonasera, caro lettore o lettrice che perdi tempo su questo blog. Sarò sincero, devo ammettere che qui c'è veramente di tutto, da riflessioni esistenziali a invettive contro il sistema, dai cuori spezzati ai racconti più fantasiosi che io abbia mai scritto. In ogni caso, tutto questo sono io. Sotto tante facce. Potrei persino risultarti simpatico o tenero, ma la realtà è che, purtroppo, non me ne frega niente. Sono cinico, un pò stronzo, fedele solo alla mia morale, e non bado alla tua analisi psicologica. Non confondere la mia spiritualità e curiosità. Leggi e basta, sennò che diavolo di lettore saresti. Buona perdita di tempo.

sabato 14 aprile 2012

Nell'orrore

Un antro buio e tetro, dove la luce del sole ha abbandonato la speranza di illuminare l'animo molti secoli prima, rischiarato a malapena dalla luce soffusa di un fiammifero, mostra ai miei occhi solo i bordi confusi della roccia. Un corridoio scavato nel cuore della terra, senza punti di riferimento o indicazioni, dove la scura realtà prende il sopravvento. Me ne rendo conto da solo, la fiamma si sta consumando e ho quasi finito i fiammiferi nella scatola. Sò che non uscirò mai di qui. Non so nemmeno come mi ci sono ritrovato, pensavo, sognavo, e tutto ad un tratto ero perso. Abbandonato qui sotto, lontano dall'umanità, finalmente e perdutamente solo. Sono stanco, esausto, e ora sento l'adrenalina che mi circola nel corpo lasciare il passo all'esasperazione, il panico cedere posto alla stanchezza. I piedi, le gambe, tutto mi formicola mentre la nebbia rende ancora più annebbiata la vista di per se sbiadita. I pensieri che avevo, le domande che mi ponevo, sembrano essere scialuppe alla deriva nel vasto oceano, dirette verso mete lontane che non raggiungeranno mai. La fede non aiuta a un passo dalla fine, anche perché io di fede non ne ho mai avuta. Non cerco un Dio che possa aiutarmi, e ora neanche il mio corpo lo desidera più. In realtà, non cerca più niente, mente e corpo divengono un tutt'uno, un emblema di disillusione che arranca passo dopo passo, conquistando qualche metro in questa grotta, nella vana speranza di raggiungere l'uscita. Accendo l'ultimo fiammifero, e ripongo la scatolina esausta per terra, come a segnare la mia presenza, a delimitare un pezzo di esistenza che appartiene a me, anche se per poco ancora. Ora il sangue smette anch'esso di aver fiducia e rallenta, poi accelera di nuovo per rallentare ancora, anche il cuore è confuso, prova a fare quel che può, ma non è abbastanza, non sarà mai abbastanza, non lo è mai stato. Questo la mia mente pensa, almeno. C'è un bivio, in questo tunnel, ed è l'ultima cosa che riesco a vedere prima che la fioca luce si spenga per sempre. Una parvenza di scelta, ecco quale sarà l'ultima immagine che vedrò. E così, scelgo, continuo a proseguire, ma le forze sono giunte alla loro fine e se la speranza è l'ultima a morire, beh, è giunto il momento che anche lei spiri. Non sento più le gambe. Mi accascio. Non ho più la voglia e il coraggio di pensare. Finalmente. Addio.