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Minacce di VitaBuonasera, caro lettore o lettrice che perdi tempo su questo blog. Sarò sincero, devo ammettere che qui c'è veramente di tutto, da riflessioni esistenziali a invettive contro il sistema, dai cuori spezzati ai racconti più fantasiosi che io abbia mai scritto. In ogni caso, tutto questo sono io. Sotto tante facce. Potrei persino risultarti simpatico o tenero, ma la realtà è che, purtroppo, non me ne frega niente. Sono cinico, un pò stronzo, fedele solo alla mia morale, e non bado alla tua analisi psicologica. Non confondere la mia spiritualità e curiosità. Leggi e basta, sennò che diavolo di lettore saresti. Buona perdita di tempo.

domenica 12 ottobre 2008

Scrivere, o meglio, Sopravvivere


Scrivere. L'atto di comunicare, di esternare i propri pensieri, attraverso la penna o, in questo caso, la tastiera, mi ha sempre confortato, reso sicuro quasi. Lo scorrere fluido delle parole, una dopo l'altra, idea dopo idea, fatto dopo fatto, fino a trasferire in un articolo un sentimento, un'opinione. Condividere problemi, dilemmi o soluzioni e alternative, una simbiosi fra te e chiunque.
E' possibile che nella propria mente si abbia già un destinatario, già. Qualcuno che si speri legga il post, ci pensi su; magari che ti comprenda anche.
Io non mi sono mai fermato al lettore ideale, per mia fortuna e vostra tortura. Adorerei soffermarmi sui dettagli della mia vicenda interiore, ma una pagina con infinite volte ripetuto Noia, Tristezza, Sconforto e Disorientamento, non necessariamente in questo preciso ordine, sarebbe molto noiosa.

Scrivere, ovvero Sopravvivere. Devo dire che il poggiare le mie mani sui tasti è sempre molto affascinante, vedere come il cervello si esprima, quasi da sé, è alquanto interessante. Anche l'essere protetti da numerosi chilometri di cavi telefonici può rasserenare, riparandoti dal primo impatto che si sa, è sempre il peggiore. Dolci melodie si compongono con i caratteri e probabilmente un lettore medio non arriverebbe nemmeno a leggere fin qui. Ma tu ci sei, tanto vale continuare.

Numerosi sentimenti, tristi o felici, alla fine si accumulano dentro di noi, o almeno, dentro di me. Ho bisogno, come in un legame covalente, di mettere in comune i miei elettroni-sentimenti con qualche altra atoma pia, che leggendo quantomeno prenda conoscenza della mia situazione.
Se ad esempio leggesse i miei articoli la professoressa di italiano:
  1. Mi alzerebbe il voto in italiano (ndr, richiede senso dell'umorismo)
  2. Mi interrogherebbe di meno (ndr, richiede culo)
Ma sono solamente ipotesi, che difficilmente verificherò mai. Piuttosto posso pensare a cosa farebbe un mio amico, magari un compagno di classe, leggendo i miei meri articoli sull'esistenza o i miei racconti pseudo realisti:
  1. Comincerebbe a cambiare amicizie
  2. Si domanderebbe come può un uomo del genere avere ancora la sufficienza in filosofia
  3. Si convertirebbe al Buddhismo (per sfizio. Pura constatazione personale)
Di cui comunque non vedo risvolti positivi, tranne la possibilità di stringere amicizia con qualche monaco tibetano.

Parola dopo parola, mi ritrovo qui, a concludere un breve ma serio, triste ma comico articolo sulla mia vita da blogger, scrittore o recensore di diario, come preferite.
L'importante è il verificarsi continuo della legge principale della penna: Scrivere è Sopravvivere.
E così, scrivo e vivo, grazie a quei link che vagano per il web, nutrito da fantasiose analisi su improbabili lettori.

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